Inizio un percorso artistico con il maestro Cesare Circonciso, sotto la cui guida approfondisco l’arte pittorica per poi proseguire nella ricerca di una personale cifra stilistica, con nuove forme, linee e connessione tra colori in grado di esprimere e trasferire su tela le forme più spontanee ed a volte istintive delle mie emozioni.
Intendo creare un’opera che possa essere oggetto di dialogo e confronto, ma anche di assorto e intenso interesse, di riflessione e contemplazione.
Franco Califano scrisse in una nota canzone: “Dipinsi l’anima su tela anonima”
L’arte è l’essenziale espressione di sé stessi.
Un paesaggio, così come un oggetto o la rappresentazione di forme non necessariamente definibili diventano la traduzione di un sentimento estemporaneo, di uno stato d’animo prolungato o di una perenne condizione esistenziale.
Il viaggio che conduce alla creazione tiene sospeso l’artista tra il reale e il non tangibile.
Mescolare colori su colori ed utilizzare pochi elementi sul piano visivo aiuta a trasmettere un messaggio puro, intimo e profondo: un manifesto della propria spiritualità.
Questa esperienza finita e raggiunta con l’Anima, è per me l’opera d’arte.
Il paesaggio è …. uno stato d’animo!!!!
(Henri Frederic Amiel)
Anna Soricaro intervista Salvo Privitera
AS: Nella tua astrazione, i gesti e i colori lasciano sempre l’idea di un paesaggio. Lo sguardo si perde sempre frequentemente in orizzonti incantevoli, quali paesaggi ti ispirano? Sono reali o immaginari?
SP: Amante delle grandi distese ed ampie vedute, le ho sempre immaginate in tutta la loro grandezza, maestosità e suggestiva bellezza. Il paesaggio è sempre stato fonte di ispirazione per le mie opere. Un paesaggio fatto di pochi elementi, apparentemente semplice, ma inteso a cogliere l’essenzialità e spogliare il complesso dal superfluo.
L’orizzonte sempre ben marcato, a dare uno stacco tra i due elementi come per esempio cielo e mare.
Il paesaggio che mi ha ispirato maggiormente è stato quello marino, che già dall’ infanzia e a tutte le ore del giorno, ammiravo e contemplavo, affascinato dalle mille sfumature di blu, azzurro, e verde.
Se sono reali o immaginari…io direi entrambi
Da attento osservatore della natura, l’idea dei miei paesaggi parte sempre da una immagine già vista, dove poi la realtà si confronta con l’immaginario.
L’arte è creatività, è fantasia, altrimenti diventerebbe tutto piatto. Un pizzico di “surrealità” rende l’opera più intrigante, più interessante e da così modo all’osservatore di poter riflettere e contemplare.
Nel mio percorso artistico ci sono stati anche altri generi di paesaggi. Ho apprezzato e raffigurato nelle mie opere quanto di bello e di spettacolare ci offre la nostra terra.
Ho immaginato l’Etna in tutta la sua maestosità e consapevole bellezza (vedi “Notte bianca” del 2019 e “Incanto bianco”, quest’ultimo in permanenza alla House Gallery del maestro Xante Battaglia); paesaggi Iblei, montagne, terre e quanto di immaginario l’arte permette di esprimere.
AS: Non si assiste mai ad uno slancio cromatico con toni frizzanti come il rosso intenso o il giallo acceso e questo determina una meravigliosa atmosfera romantica ed elegante. Cosa ti porta a scegliere le tonalità di ogni dipinto?
SP: I miei primi paesaggi sono sempre realizzati con toni pacati, colori tenui e spesso anche monocromatici. E come dice Anna, tali da creare una atmosfera romantica ed elegante.
La scelta dei toni non è mai programmata, vai a sensazioni, istinto, intuito e, perchè no, anche lo stato d’animo di quel momento può influire sulla scelta di un colore.
In realtà in qualche opera anch’io ho usato dei toni accesi e frizzanti come il rosso intenso ed il giallo acceso (vedi “macchia di terra” del 2016).
Nel paesaggio trovi quello che c’è, quello che si vede, più qualcos’altro che appartiene alla tua immaginazione