Rosario Pinto

Dal V° volume “FRA TRADIZIONE E INNOVAZIONE” a cura dell’Ass. Napoli Nostra

Professore Rosario Pinto, critico d'arte e curatore

Professore Rosario Pinto, critico d’arte e curatore

L’accostamento che può essere suggerito alla realtà oggettuale delle cose, all’interno delle dinamiche iperfigurative, comunque, non consiste certamente nella definizione di una opportunità di lettura che vorremmo tentare di definire inequivoca, tale, insomma che possa fornire non certo la mera descrizione figurativa dell’oggetto, ma una perimetrazione conoscitiva insuscettibile di deviazioni o di strumentalizzazioni ermeneutiche.

La scelta iperfigurativa è, pertanto, anche una scelta di onestà di rappresentazione della realtà delle cose, un gradiente che non va alla ricerca di una misura ‘realistica’ ed autoreferenziale, della produzione di un intervento che sappia farsi relativo della datità intrinseca ed oggettiva di quella consistenza ‘oggettuale’ che, considerata in se stessa -come, in fondo, fa la pratica nordamericana iperrealista – può rischiare di limitare l’opportunità di addentramento alla radice delle cose, confinando la conoscenza dell’oggetto al dato empirico della sua consistenza superficiale.

Opera “Frammenti”

Frammenti - Tecnica mista con acrilici su tela - 40x60 cm di Salvatore Privitera

Frammenti – Tecnica mista con acrilici su tela – 40×60 cm di Salvatore Privitera

Tutto questo prèamble vale, peraltro, ad introdurre la personalità del catanese Salvatore Privitera, artista che noi scriviamo decisamente e convintamente nella temperie iperfigurativa e la cui opera ispira il ragionamento che abbiamo provveduto ad avviare.

Osserviamo, peraltro, che l’intendimento dell’artista di dirigere la propria attenzione alla messa a punto di un linguaggio figurativo di assoluta pregnanza contenutistica non è sfuggito alla critica e volentieri ci soffermiamo, in proposito sulle motivazioni, condividendole completamente, che sono state espresse a sostegno del conferimento che gli è stato tributato nel corso della ottava edizione, nel 2018, del primo premio alla manifestazione ‘Mare Nostrum Mediterraneo’, “Per aver rappresentato in forma minimalistica un paesaggio tra cielo e mare, un intreccio di quel mistero e poesia che è l’universo, attraverso l’adozione di nuances chiaroscurali vibrazionali che evocano Guccione per la sintesi, ma si condensano sulla tela con i caratteri specifici che rivelano una spiccata personalità dell’artista”.

Le parole che abbiamo appena trascritto mettono in evidenza le peculiarità ‘minimalistiche’ che segnano in punto di qualità la pittura di questo artista e la stessa evocazione di Guccione appare particolarmente calzante – noi vorremmo aggiungere anche un richiamo alla personalità di Sonia Alvarez, anch’ella della ‘Scuola di Scicli’ – orientando, in tal modo, la valutazione dell’attività del Nostro come quella che si dispone ad una osservazione del mondo della realtà che ci circonda non limitando la capacità di visione alla indagine sulla forma.

La consistenza dell’immagine, nella misura dell’approccio iperfigurativo, dispone il fruitore a poter trovarsi difronte ad un’opportunità rivelativa; in tal senso, quindi, non occorre una visione sovrabbondante ed affollata di dettagli, ma la costruzione di un’immagine che sappia trovare nella essenzialità dispositiva e costruttiva l’essenza di un fertile addentramento nella ragione delle cose.

Privitera sa dimostrare, con la sua pittura, che addita la consistenza ‘cosale’ degli degli oggetti, quanto il mondo dell’esperienza abbia bisogno di nutrirsi di una capacità di lettura della fenomenologia dell’esistente, se non si vuol limitare la nostra conoscenza del mondo a ciò che la paideia di sistema intende strumentalmente propinarci.

Opera“Solitudine”

Solitudine - Tecnica mista con acrilici su tela - 40x50 cm di Salvatore Privitera

Solitudine – Tecnica mista con acrilici su tela – 40×50 cm di Salvatore Privitera

Con tali premesse, allora, acquista consistenza non soltanto la restituzione di una raffigurazione ‘oggettuale’ delle cose, ma anche l’additamento delle peculiarità contenutistiche che esse disvelano attraverso la messa a punto di un’opportunità d’addentramento che nasce, nella specie, con l’esaltazione pregnante della vivacità materica che costituisce il nerbo della pittura di Salvatore Privitera.

Questa sintesi vivacissima di natura vibratamente segnica tra disposizione raffigurativa ed irrinunciata sottolineature delle consistenze materiche arricchisce il linguaggio del Nostro, andando a conferire alla sua dinamica costruttiva dell’immagine una sorta di valore aggiunto ‘espressionistico’ che non si connota di ruvidità di ductus, quanto, piuttosto di accostamenti timbrici che profilano perimetrazioni evidenti ed inequivocamente delineate.

La disamina critica di questo artista consente, peraltro, di fornire anche qualche ulteriore approfondimento valutativo sugli aspetti salienti delle dinamiche iperfigurative, spiegando, ad esempio, come la qualità di una restituzione particolarmente accurata del dato epifenomenico non riesca affatto collidente con l’opportunità di affondo espressionistico, come, d’altronde, pratica dello studio della Storia dell’Arte ampiamente testimonia solo che andiamo a tener conto, in specie, di quella ricchezza tardo gotica di cui – e proprio a Palermo – ci viene restituito lo straordinario riferimento dell’affresco del Trionfo della Morte.